La casa accesibile non è un dettaglio. È la base su cui si costruisce una casa realmente abitabile per tutti. Quando si parla di disabilità motoria, ogni barriera anche quella apparentemente più piccola può diventare un ostacolo insormontabile. Per questo progettare una casa accessibile significa ripensare gli spazi con uno sguardo più ampio, più umano, più funzionale.
Il concetto di “universal design”
In casa non si tratta di creare spazi speciali per “chi ha difficoltà”, ma ambienti che possano essere utilizzati da chiunque, senza bisogno di adattamenti successivi. È il principio del universal design, un approccio che mette al centro la persona e le sue diverse modalità di vivere lo spazio.
Per una persona con disabilità motoria, potersi muovere in autonomia all’interno della propria casa non è un lusso, è indipendenza. Ma per renderlo possibile, serve attenzione in ogni fase del progetto: dalla disposizione delle stanze, alla scelta dei materiali, fino alla posizione delle prese elettriche.
Ingresso e accesso: il primo ostacolo da eliminare
nella casa Il primo per l’accessibilità è poterci entrare. Una soglia alta o una scala all’ingresso bastano per escludere chi si muove in carrozzina o ha difficoltà a camminare.
L’ideale è un ingresso a livello strada o con una rampa a norma (pendenza massima 8% per rampe fisse, 12% per rampe mobili), dotata di corrimano e superficie antiscivolo. La porta d’ingresso deve avere una larghezza minima di 90 cm, preferibilmente a battente verso l’esterno o scorrevole per agevolare il passaggio.
Corridoi e porte: spazio per muoversi
Chi progetta spesso sottovaluta una cosa: non basta poter “entrare”, bisogna anche potersi muovere da una stanza all’altra. I corridoi devono essere larghi almeno 100 cm, meglio se 120, per consentire la rotazione completa di una carrozzina. Le porte interne, invece, dovrebbero avere una luce netta di almeno 80 cm.
Attenzione anche alle maniglie: quelle a leva sono più comode rispetto a quelle tonde, che richiedono una presa più salda. Le porte scorrevoli a scomparsa sono un’ottima soluzione per risparmiare spazio e rendere l’ambiente più fluido.
Soggiorno e zona giorno: libertà di movimento
Nel soggiorno, l’obiettivo è lasciare spazio. Evitare mobili ingombranti o disposti in modo da creare “labirinti”. Tutto deve poter essere raggiunto facilmente, senza spostare oggetti o chiedere aiuto.
Un buon suggerimento è posizionare gli interruttori e le prese tra i 40 e i 120 cm da terra, per essere accessibili anche da seduti. Lo stesso vale per i dispositivi domotici, che possono fare una grande differenza: aprire le tende con un telecomando, accendere le luci con la voce, controllare la temperatura senza muoversi può restituire autonomia in modo semplice.
Cucina: il cuore della casa deve battere per tutti
La cucina è uno degli spazi più critici. Serve pensare a ogni dettaglio. I piani di lavoro devono essere regolabili in altezza oppure fissati a 80 cm da terra, lasciando spazio sotto per avvicinarsi con la carrozzina. I mobili alti vanno evitati o sostituiti con soluzioni a estrazione verticale.
Fornelli e lavello devono essere accessibili frontalmente, con comandi frontali e spazio libero sotto. Meglio preferire elettrodomestici a incasso e posizionati in alto solo se inclinati e accessibili. Il frigorifero dovrebbe avere l’apertura a destra o sinistra a seconda della posizione della carrozzina, e contenitori interni ben organizzati per facilitare la presa.
Bagno: sicurezza e praticità
Un bagno accessibile è quello che consente di gestire la propria igiene senza ostacoli, senza rischi e senza dipendere da altri.
Il piatto doccia deve essere a filo pavimento, antiscivolo, con sedile ribaltabile e maniglioni per agevolare il trasferimento. La doccetta deve essere regolabile in altezza e facilmente raggiungibile. Il lavabo deve essere profondo e sospeso, con rubinetto a leva o sensore.
Il WC va posizionato a un’altezza tra 45 e 50 cm, con maniglioni di sostegno ai lati. Serve uno spazio di almeno 100 cm sul lato per consentire il trasferimento dalla carrozzina. Anche qui, lo specchio deve essere inclinato o regolabile, e la luce ben distribuita.
Camera da letto: riposo senza barriere
In camera, la parola chiave è accessibilità. Il letto deve essere alla giusta altezza (circa 50 cm), con spazio libero su almeno un lato (90 cm minimo). Gli armadi vanno attrezzati con bastoni abbassabili e cassetti scorrevoli leggeri.
Luci, prese, comodini: tutto deve essere a portata. È utile prevedere un interruttore principale vicino al letto, magari abbinato a un telecomando o a un assistente vocale. Anche qui, la domotica può essere un alleato prezioso.
Dettagli che fanno la differenza
I piccoli accorgimenti fanno spesso la vera differenza. Pavimenti antiscivolo in tutti gli ambienti, tappeti fissati o assenti, soglie tra le stanze eliminate o inferiori a 2 cm. Niente dislivelli, niente scalini.
La temperatura dell’acqua deve essere regolabile per evitare scottature accidentali. I citofoni e i campanelli dovrebbero essere visivi e sonori, con segnalazioni luminose.
Anche l’illuminazione va progettata con cura: uniforme, ben distribuita, senza zone d’ombra. La visibilità è fondamentale per chi si muove in autonomia.
L’importanza del confronto
Infine, un consiglio semplice: chiedere. Coinvolgere direttamente le persone con disabilità nel processo di progettazione. Nessuno meglio di loro sa cosa serve davvero. Un architetto può avere mille idee, ma chi vive sulla pelle certe barriere sa quanto può essere frustrante un interruttore fuori portata o una rampa troppo ripida.
Riflessione
Una casa accessibile non è una casa “per disabili”. È una casa pensata con intelligenza, per essere vissuta da tutti. Dove nessuno si sente escluso, dove l’autonomia è possibile, dove ogni dettaglio è al servizio della vita quotidiana.
Ripensare gli spazi è un atto di rispetto. Perché l’accessibilità non è solo una questione tecnica. È una scelta culturale.