Scuola e disabilità a Bolzano

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Scuola e disabilità a Bolzano
A Bolzano la scuola affronta la disabilità con un approccio bilingue e personalizzato. Dalla figura del docente di sostegno al PEI, passando per l’assistenza all’integrazione, il sistema punta all’inclusione vera. Un modello complesso, ma ricco di rete e collaborazione.

A Bolzano, la scuola ha una particolarità unica nel panorama italiano: funziona in un sistema trilingue  italiano, tedesco e ladino. Per le persone con disabilità, questa complessità è anche un’opportunità. Il sistema scolastico provinciale ha sviluppato un modello che cerca di coniugare diritto allo studio, personalizzazione dei percorsi e inclusione, in tutte le sue forme linguistiche.

La scuola dell’Alto Adige non ha un approccio unico alla disabilità. Esistono infatti differenze tra le scuole in lingua italiana e quelle in lingua tedesca, sia nell’organizzazione didattica sia nella presenza di figure di supporto. La Provincia Autonoma di Bolzano ha competenze dirette in materia di istruzione e ha legiferato in modo autonomo per rispondere alle esigenze del territorio.

La figura centrale del docente di sostegno

Nella scuola italiana di Bolzano, il docente di sostegno ha lo stesso ruolo previsto nel resto del Paese. Affianca gli insegnanti curricolari e lavora in sinergia con la famiglia, i terapisti e gli altri operatori. Il numero di ore di sostegno varia in base alla gravità della disabilità e alla diagnosi funzionale, definita dall’ASL in collaborazione con l’unità di valutazione multidisciplinare.

Le scuole tedesche invece, pur prevedendo percorsi inclusivi, utilizzano anche modelli paralleli. Esistono le cosiddette “Förderschulen”, scuole speciali dove bambini e ragazzi con disabilità possono seguire un percorso più personalizzato e calibrato. La scelta tra scuola inclusiva e scuola speciale spetta alla famiglia, ma è sempre accompagnata da un lavoro di orientamento pedagogico.

L’assistenza all’integrazione: una risorsa fondamentale

Oltre agli insegnanti, un altro pilastro della scuola inclusiva a Bolzano è l’assistenza all’integrazione. Gli assistenti educativi lavorano sul piano relazionale e pratico: aiutano lo studente a orientarsi negli spazi, a partecipare alla vita di classe, a svolgere attività quotidiane. In molti casi, instaurano un rapporto continuativo e profondo con l’alunno.

Questa figura viene attivata dalla scuola su richiesta della famiglia e previa certificazione da parte dell’Azienda Sanitaria. Il servizio è gestito direttamente dalla Provincia o, in alcuni casi, dai Comuni, e si adatta ai diversi gradi scolastici: infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado.

Il PEI: un progetto su misura

Ogni studente con disabilità ha un PEI, Piano Educativo Individualizzato, che è il documento centrale di tutto il percorso scolastico. Viene redatto da un gruppo di lavoro composto da insegnanti, specialisti sanitari, assistenti e famiglia. Nel PEI si definiscono obiettivi, strategie didattiche, modalità di verifica e di valutazione. A Bolzano, la sua redazione avviene in collaborazione con i servizi territoriali delle tre culture linguistiche.

Il PEI non è un documento statico. Viene aggiornato almeno una volta all’anno e accompagna l’alunno in tutte le fasi della sua permanenza nella scuola. Per le disabilità complesse, il PEI può prevedere anche l’uso di ausili tecnologici, percorsi alternativi o orari flessibili.

Il ruolo delle famiglie e della rete territoriale

Uno dei punti di forza della scuola altoatesina è il coinvolgimento delle famiglie. I genitori partecipano attivamente alla costruzione del percorso educativo, sono ascoltati e spesso diventano ponte tra scuola e servizi sanitari. Questo dialogo costante aiuta a rispondere meglio ai bisogni degli studenti.

La rete territoriale è ampia e ben organizzata. Oltre all’ASL e agli psicologi scolastici, ci sono cooperative sociali, associazioni di volontariato e centri diurni che collaborano con le scuole. Questo permette un lavoro integrato che va oltre la classe e accompagna il ragazzo anche nel tempo extrascolastico.

La transizione verso il futuro

Quando la scuola finisce, inizia un altro cammino. Anche in questo, Bolzano cerca di offrire continuità. I servizi di orientamento al lavoro per persone con disabilità affiancano studenti e famiglie già durante gli ultimi anni delle superiori. Vengono attivati tirocini formativi, percorsi di inserimento protetto e, nei casi più complessi, progetti personalizzati con centri occupazionali.

In alcune scuole superiori, sono già previsti laboratori professionalizzanti per facilitare l’accesso al mondo del lavoro. La collaborazione tra scuole, imprese sociali e uffici provinciali è un elemento chiave in questa fase di passaggio.

Mobilità e accessibilità: ostacoli ancora presenti

Nonostante i molti aspetti positivi, non tutto è semplice. Alcuni edifici scolastici non sono pienamente accessibili, soprattutto quelli più datati. Anche gli spostamenti casa-scuola possono essere complicati, specie per chi vive in zone montane o periferiche. Il trasporto scolastico per alunni con disabilità è garantito, ma spesso presenta ritardi o carenze organizzative.

L’abbattimento delle barriere architettoniche resta un obiettivo da rafforzare, così come la formazione continua del personale scolastico. La disabilità richiede aggiornamenti costanti e uno sguardo attento alle evoluzioni culturali e tecnologiche.

La scuola come specchio di una comunità

In Alto Adige, la scuola è un laboratorio sociale. La presenza di tre culture e tre lingue impone un esercizio quotidiano di mediazione, che diventa terreno fertile per affrontare anche le diversità legate alla disabilità. L’inclusione non è mai solo una questione tecnica, ma un atteggiamento, un modo di stare insieme.

Chi lavora nella scuola a Bolzano sa che ogni studente ha una storia, un contesto, una lingua e, in alcuni casi, un bisogno speciale. La sfida è trovare un equilibrio tra regole e flessibilità, tra standard e personalizzazione. Ed è una sfida che riguarda tutti, non solo chi ha una disabilità.

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