Lo sport è spesso sinonimo di fatica, sudore e obiettivi da raggiungere. Ma a volte è molto di più: può diventare un modo per includere, unire, cambiare la vita delle persone. È questo il caso dell’Associazione Amici di Diego – OdV, realtà veneta che da oltre quindici anni porta avanti con passione un progetto di sport inclusivo in carrozzina, coinvolgendo ragazzi con disabilità in gare podistiche in Italia e all’estero.
Tutto ha inizio nel marzo del 2004, in occasione della prima Treviso Marathon. Alcuni atleti decisero, senza alcun progetto formale, di spingere in gara Diego Maschietto, un ragazzo in carrozzina. Non era previsto, non c’erano regole, non c’erano sponsor. C’era solo un’idea semplice e potente: nessuno deve restare a guardare. Quel giorno ha segnato l’inizio di un cammino straordinario, diventato oggi un simbolo di sport inclusivo in carrozzina in Italia.
La nascita ufficiale dell’associazione
L’esperienza vissuta alla Treviso Marathon lasciò un segno profondo. Nel 2007, dopo tre anni di partecipazioni sempre più numerose e coinvolgenti, nacque formalmente l’Associazione Amici di Diego OdV, con l’obiettivo di rendere lo sport accessibile a ragazzi con disabilità motoria. Il nome scelto fu un tributo al ragazzo da cui tutto era partito: Diego.
Con il tempo, sempre più giovani in carrozzina si sono uniti all’iniziativa. Contemporaneamente, un numero crescente di volontari – atleti, amici, familiari ha cominciato a prendere parte agli eventi. Oggi, l’associazione conta circa una ventina di ragazzi disabili attivi, un direttivo composto da cinque soci e decine di atleti spingitori che rendono possibile ogni partecipazione, contribuendo alla crescita dello sport inclusivo in carrozzina.
Il motto: “Corriamo per un sorriso”
Lo spirito dell’associazione è racchiuso in una frase semplice, ma potente: “Corriamo per un sorriso”. Questo motto non è solo una dichiarazione d’intenti, ma il filo conduttore che lega ogni corsa, ogni weekend passato insieme, ogni chilometro affrontato.
Non si corre per vincere, ma per condividere un’emozione. Il sorriso che esplode sul volto di un ragazzo mentre percorre il tragitto tra due ali di folla, le lacrime di commozione di un genitore che vede il proprio figlio protagonista, l’abbraccio tra spingitori e famiglie alla fine della gara: tutto questo è il vero traguardo del nostro sport inclusivo in carrozzina.
Le maratone: da Treviso al mondo
Nel corso degli anni, l’Associazione Amici di Diego ha partecipato a numerose maratone, facendosi conoscere ben oltre i confini regionali. La Treviso Marathon è sempre rimasta il punto di partenza e l’evento del cuore, con una presenza ininterrotta a tutte le edizioni.
Ma il percorso si è allungato: l’associazione ha spinto le proprie carrozzine anche a San Pietroburgo, Praga, Venezia, Firenze, Palermo, Rimini, Belluno (Dolomiti Marathon) e Vittorio Veneto (Eroica), portando in ogni città un messaggio di speranza e inclusione. Ogni trasferta è organizzata come un vero e proprio viaggio di gruppo, con famiglie, volontari e atleti uniti in un’unica esperienza di sport inclusivo in carrozzina.
Le mezze maratone e le gare speciali
Oltre alle maratone, sono numerosissime le mezze maratone alle quali l’associazione ha preso parte. Monaco di Baviera, Verona, Palmanova, Trieste, Udine, Jesolo, Conegliano, Bibione, Riviera del Brenta: sono solo alcune delle città che hanno accolto i sorrisi e le carrozzine dell’associazione.
Particolari anche le partecipazioni a manifestazioni con chilometraggi unici, come la Sarnico-Lovere Run o la Belluno-Feltre Run, corse che permettono di attraversare paesaggi incantevoli e di vivere la fatica come un’esperienza collettiva, condivisa, accessibile. Eventi che mettono al centro il valore del sport inclusivo in carrozzina.
Il ruolo centrale dei volontari
Nessuna realtà come questa potrebbe esistere senza l’impegno dei volontari. Gli atleti spingitori sono il motore dell’associazione: allenano gambe e cuore per portare in gara i ragazzi con disabilità, ma anche per costruire relazioni, ascoltare, offrire supporto emotivo e pratico.
Accanto a loro, ci sono i volontari “in borghese”, quelli che non corrono ma si occupano dell’organizzazione, dei viaggi, dell’accoglienza, dei contatti con gli organizzatori delle gare, dei materiali, delle iscrizioni, della logistica. Un esercito silenzioso e instancabile, unito dalla convinzione che lo sport inclusivo in carrozzina sia un atto concreto di giustizia sociale.
Sport, inclusione e socialità
Il vero valore di ciò che fa l’Associazione Amici di Diego non si misura in chilometri percorsi, ma nei legami che si creano. L’associazione è una seconda casa per molti, una rete affettiva dove i ragazzi possono essere protagonisti, dove i genitori trovano sostegno e dove ogni volontario sente di fare qualcosa di utile.
Ogni trasferta è anche un momento di vita comune, con weekend condivisi tra famiglie e spingitori. Si mangia insieme, si dorme negli stessi alberghi, si ride, ci si racconta. Le differenze si annullano, le carrozzine diventano invisibili, resta solo il gruppo, l’allegria, la solidarietà. Ed è in questo contesto che lo sport inclusivo in carrozzina si esprime nella sua forma più autentica.
Un modello replicabile
Quello che rende l’esperienza dell’Associazione Amici di Diego particolarmente preziosa è la sua replicabilità. Non si tratta di un progetto legato a particolari competenze o a grandi investimenti. Servono forza di volontà, spirito di iniziativa, un po’ di organizzazione e tanta passione.
In molte altre città italiane stanno nascendo gruppi simili, ispirati a quanto fatto dall’associazione veneta. Per questo è importante raccontarne la storia: perché possa diventare un esempio per chi vuole costruire progetti di sport inclusivo in carrozzina nel proprio territorio.
Inclusione senza barriere
L’Associazione Amici di Diego dimostra ogni giorno che la disabilità non è un ostacolo, ma una condizione che può e deve convivere con la partecipazione attiva alla vita sociale e sportiva. Basta abbattere le barriere fisiche, culturali, burocratiche e creare le condizioni perché ognuno possa esprimersi.
Le carrozzine nelle gare non sono un’eccezione, ma un arricchimento. Offrono una nuova prospettiva al pubblico, agli altri runner, agli organizzatori. E aiutano a costruire una società più accogliente, dove il diritto al movimento e alla gioia non è riservato solo a chi può correre da solo. Anche per questo lo sport inclusivo in carrozzina deve diventare una prassi normale.
Il presidente e la guida dell’associazione
Alla guida dell’associazione c’è Stefano Franceschin, presidente e punto di riferimento per tutti. Insieme al Direttivo, coordina le attività e tiene insieme la complessa macchina organizzativa. La sua è una figura centrale, non solo per le decisioni gestionali, ma anche per l’impegno quotidiano sul campo.
Il suo stile è sobrio, concreto. Niente protagonismi, solo tanto lavoro e una visione chiara: far correre chi da solo non potrebbe, ma che ha il diritto di esserci. Una visione che mette sempre al centro il valore del sport inclusivo in carrozzina.
La forza della rete e delle collaborazioni
Negli anni, l’associazione ha costruito una solida rete di relazioni e collaborazioni, fondamentali per portare avanti i progetti. Dalle amministrazioni locali alle società sportive, dalle famiglie agli sponsor tecnici, tutti hanno un ruolo in questa impresa collettiva.
Anche il rapporto con le organizzazioni delle maratone è cruciale. Grazie a un dialogo costante, l’associazione riesce spesso a ottenere spazi dedicati, numeri di pettorale specifici, accessi facilitati, visibilità durante gli eventi. Segnali di attenzione che fanno la differenza e contribuiscono alla crescita dello sport inclusivo in carrozzina.
Educare attraverso l’esempio
I ragazzi che partecipano a questi eventi diventano ambasciatori di inclusione. Il loro sorriso contagia, la loro presenza smuove le coscienze, il loro entusiasmo supera ogni distanza. Ma anche chi li spinge, chi li accompagna, chi li osserva, impara qualcosa: che la disabilità è una questione di sguardi, non di limiti.
In ogni gara, l’Associazione Amici di Diego porta avanti anche una missione educativa: cambiare la cultura, mostrare che un altro sport – più umano, più aperto, più vero – è possibile. E che il sport inclusivo in carrozzina può diventare una delle forme più alte di partecipazione civile.
Sintesi : lo sport come strumento di cambiamento
L’Associazione Amici di Diego OdV è un esempio concreto di come il sport inclusivo in carrozzina possa trasformare le vite. Ha dato voce e visibilità a decine di ragazzi, ha coinvolto centinaia di volontari, ha emozionato migliaia di persone.
Correre per un sorriso non è una frase fatta. È una scelta. È un modo di stare nel mondo. È la dimostrazione che anche un gesto semplice, come spingere una carrozzina per 21 o 42 chilometri, può cambiare tutto. Per questo, oggi più che mai, è fondamentale sostenere e far conoscere lo sport inclusivo in carrozzina