Il cantautore emiliano Pierangelo Bertoli nasce a Sassuolo, in provincia di Modena, il 5 novembre 1942. Affetto da un grave handicap che lo costringerà tutta la vita su una sedia a rotelle, esordisce discograficamente nel 1976 con il 33 giri “Eppure soffia”. Il 1977 lo vede pubblicare “Il centro del fiume” e l’anno successivo una raccolta di canzoni in dialetto, “S’at ven in ment”. Con “A muso duro”, nel 1979, Bertoli realizza il suo primo manifesto poetico, ma è “Certi momenti”, nel 1981, a portarlo in classifica, grazie anche al successo radiofonico di “Pescatore”, un brano cantato in duetto con Fiorella Mannoia.
Pierangelo Bertolli e il suo percorso musicale
Molto legato alla sua terra (il fratello gestisce un famoso ristorante a Sestola, sull’Appennino) era spesso impegnato in iniziative di solidarietà e beneficenza (aveva cantato anche per i detenuti del carcere di Sant’Anna a Modena e nella città estense nel giugno precedente aveva partecipato al Festival della canzone dialettale esibendosi in diversi brani in modenese). Tra i suoi amici più cari c’era padre Sebastiano Bernardini, il cappuccino vicino alla Nazionale cantanti.
Tra le sue ultime apparizioni quella in primavera per il programma di Rete 4 “La domenica del villaggio” assieme a Caterina Caselli, anche lei sassolese. Con gli altri artisti della cittadina, conosciuta come la capitale della piastrella in ceramica, aveva anche pubblicato un libro e un disco. Aveva fama di essere un uomo duro e scontroso, invece era solo un cantante sensibile che concedeva poco al vittimismo e molto al rigore delle scelte esistenziali. Combattivo e battagliero, incapace di qualunque ipocrisia, ed era per questo spesso descritto nei suoi atteggiamenti con il titolo di una delle sue canzoni più celebri, “A muso duro”.