Haben Girma: La voce che nasce nel silenzio

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Haben Girma
Haben Girma, sorda e cieca dalla nascita, è diventata la prima persona sordo cieca a laurearsi ad Harvard. Oggi è una delle voci più forti al mondo per l’accessibilità e i diritti delle persone con disabilità.

Haben Girma in un mondo che spesso grida per farsi notare,  ha scelto una strada diversa. Non parla con la voce, non ascolta con le orecchie. È sorda e cieca. Eppure, è riuscita a farsi sentire. Non per commuovere, ma per cambiare le regole.

Haben Girma prima  persona sordo cieca a laurearsi ad Harvard Law School, Haben è oggi una delle figure più importanti al mondo nella difesa dei diritti delle persone con disabilità. Il suo messaggio è semplice: l’accessibilità non è un favore. È un diritto. E lei ne è la prova vivente.

Le radici e l’inizio del cammino

Haben Girma nasce nel 1988 in California, da madre eritrea e padre etiope. La sua è una famiglia di migranti, arrivata negli Stati Uniti in cerca di pace e futuro. Fin da piccola mostra una forte curiosità per il mondo, ma si scontra subito con i limiti della sua condizione: non vede bene, non sente.

Le diagnosi di Haben Girma arrivano presto, ma non cambiano il modo in cui la famiglia la tratta. Anzi, le viene insegnato che la disabilità non è una giustificazione per arrendersi. È un dato di partenza, non di arrivo.

Impara a leggere il braille, a scrivere con la macchina per scrivere tattile, a comunicare toccando le mani di chi parla. Ma soprattutto impara a pensare. E a chiedere.

L’accessibilità non è un’opzione

Haben Girma fin  dall’inizio, Haben capisce che il problema non è la sua disabilità. È la mancanza di accessibilità intorno a lei. Sale su un aereo e l’equipaggio non sa come interagire con lei. Va in un ristorante universitario e il menù non è accessibile. Ogni ostacolo le ricorda che il mondo è pensato per un solo tipo di persona.

E allora decide che non basta adattarsi. Bisogna cambiare le cose. Decide di studiare legge. Perché il diritto è uno strumento per agire. Per difendere. Per rivendicare.

Harvard Law School

Per Haben Girma Entrare alla Harvard Law School è già un traguardo per chiunque. Per Haben, è anche una sfida quotidiana: accedere ai materiali, partecipare alle lezioni, comunicare con i compagni. Usa un sistema sviluppato insieme a un’amica: l’altro digita in tempo reale su una tastiera Bluetooth, lei legge su un display braille.

È un processo lento, complesso, ma funziona. E dimostra un principio fondamentale: l’accessibilità non è solo tecnologia, è relazione, ingegno, volontà condivisa.

Nel 2013 si laurea. È la prima persona sordo-cieca a farlo nella storia dell’università. Ma non vuole essere un’eccezione. Vuole aprire la strada.

L’avvocata che non si ferma

Haben Girma dopo  la laurea, Haben inizia subito a lavorare come avvocata e speaker. Si occupa di inclusione digitale, accesso all’istruzione, pari opportunità sul lavoro. Collabora con aziende, governi, scuole. Parla in tutto il mondo. Spesso dal vivo, con il suo display braille sempre acceso.

Ha tenuto discorsi alle Nazioni Unite, alla Casa Bianca, in università prestigiose. Ha lavorato con l’amministrazione Obama per migliorare l’accessibilità dei servizi federali. Non cerca riflettori, ma risultati concreti.

Il suo stile è diretto, rispettoso, ma fermo. Non cerca compassione. Cerca alleanze. E chi la ascolta capisce subito che è lì per cambiare le cose, non per farsi compatire.

Un libro, una finestra sul suo mondo

Haben Girma nel  2019 pubblica la sua autobiografia: Haben: The Deafblind Woman Who Conquered Harvard Law. Il libro non è una celebrazione. È un racconto chiaro e semplice di come si possa vivere una vita piena, pur in mezzo a ostacoli enormi.

Racconta episodi buffi, altri dolorosi, sempre con lucidità. Come quando si perse in Mali tra le dune, o quando ballò sentendo le vibrazioni della musica attraverso il pavimento. Racconta il valore dell’indipendenza, la voglia di esplorare, il bisogno di essere trattata come una persona, non come un problema.

Tecnologia, diritti e futuro

Haben Girma è anche una delle voci più autorevoli sul tema della tecnologia inclusiva. Parla spesso di come app, siti, software debbano essere progettati pensando a tutti, non solo alla “media” delle persone.

Dice: “L’accessibilità rende il mondo migliore per tutti. Non solo per noi.”
E ha ragione. Un sito accessibile è più semplice per tutti. Un marciapiede ben progettato aiuta anche chi spinge un passeggino, non solo chi è in sedia a rotelle.

Non si tratta di fare “favori”, ma di rispettare il principio di uguaglianza. E questo passa anche dalla progettazione di ogni dettaglio.

Una vita piena

Haben non è definita dalla sua condizione. Ama viaggiare, cucinare, fare trekking, conoscere culture. Parla con entusiasmo del suo cane guida, delle sfide quotidiane, delle sue origini. È legata alla sua famiglia, alle sue radici africane, al senso di comunità.

Ma non ha mai permesso a nessuno di decidere al posto suo. Ha preteso (e ottenuto) di essere ascoltata. E oggi aiuta altri a fare lo stesso.

Perché parlarne qui?

Perché Haben Girma rappresenta esattamente ciò che il mio blog racconta: il diritto a partecipare. A modo proprio, con i propri strumenti, ma con la stessa dignità di chiunque altro.

Non corre maratone, ma ha percorso chilometri di barriere invisibili. Non gioca a hockey, ma ha combattuto battaglie vere. E ha vinto.

Con una tastiera, un display braille e una determinazione che non ha bisogno di occhi né di orecchie per vedere lontano.

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