Giusy Versace, classe 1977, divisa tra moda e sport

Abilità diverse
giusy versace

Giusy Versace (il nome completo è Giuseppina Versace) nasce a Reggio Calabria il 20 maggio 1977. Vive nella sua regione d’origine fino ai 20 anni, per poi trasferirsi a Londra e, successivamente, a Milano per motivi lavorativi. Il papà di Giusy è Alfredo Versace, cugino dei più noti stilisti Gianni e Donatella. Anche lei entra nel mondo della moda, ma seguendo i consigli di un nonno lavora per una casa concorrente, non per quella di famiglia.

Giusy Versace incidente: come ha perso le gambe?

Un giorno di agosto, precisamente il 22 agosto 2005, un temporale fortissimo investe l’autostrada che collega Salerno a Reggio Calabria. Giusy Versace è in automobile, un viaggio di lavoro, come sempre. L’attimo fatale. La vettura sbanda, finisce contro il guard rail. L’abitacolo non regge all’urto.

L’Anas, l’azienda che gestisce le autostrade, sarà poi ritenuta colpevole per l’incidente causato (“L’Ente non poteva consentire la circolazione su un tratto di strada di cui aveva la custodia, senza adottare i presidi necessari ad eliminare i fattori di rischio”) risarcendo Giusy Versace con una somma di poco inferiore al milione e mezzo di euro.

La rinascita di Giusy Versace

Giusy Versace non aveva mai pensato alla disabilità. Come molti di noi riteneva che certe cose potessero accadere solo agli altri. Entra nel Centro di riabilitazione dell’Inail di Vigorso di Budrio. È il posto dove finiscono tutti gli infortunati sul lavoro. Come Giusy, appunto.

I dolori sono forti. E anche le protesi talvolta fanno male. Ma il dolore è soggettivo, si può controllare, si può gestire. Ci sono anche problemi psicologici. Giusy Versace ha subito l’amputazione sotto il ginocchio ad entrambi gli arti.

Giusy Versace vuole ricominciare a vivere, le piacerebbe correre. Qualche dottore e tecnico superficiale le suggeriscono di lasciar perdere. Ma lei trova la forza per trasformare una tragedia in una grande opportunità, in una missione.

Dopo un anno dall’incidente ricomincia a lavorare. Si riprende scrivania e computer con rabbia e ostinazione. Ha perso le gambe, non la testa! Diventa Presidente dell’associazione Disabili No Limits con lo scopo di raccogliere fondi per donare ausili a persone meno fortunate che non possono permetterseli.

Comincia un’incessante attività di promozione degli sport paralimpici organizzando eventi e manifestazioni su tutto il territorio italiano. Nel 2014 diventa ambasciatrice della campagna internazionale di promozione dell’integrità sportiva tra i giovani “Save the dream” che la porta in Qatar.

Giusy Versace e le Paralimpiadi

Si avvicina allo sport, alla corsa. Si procura le protesi da gara. È la prima donna in Italia a gareggiare con un’amputazione bilaterale. La sua specialità sono i 100 metri. In pochi mesi i suoi tempi migliorano in modo significativo. Da 24 secondi scende a meno di 16.

Viene accolta dalle grandi famiglie del CIP e della FISPES. Gli obiettivi diventano quelli seri. Anche i network televisivi notano Giusy Versace. L’allenatore, Andrea Giannini, è uno esperto. Ha già allenato un certo Oscar Pistorius, quando era ancora un campione delle piste e non un protagonista di cronaca nera.

Ma Giusy non molla, come sempre. Colleziona una serie di titoli italiani sui 100 e 200 metri, partecipa a varie gare internazionali e ai mondiali di Lione del 2013. Prossimo obiettivo i mondiali del 2015 a Doha in Qatar e, ovviamente, i giochi paralimpici di Rio de Janeiro 2016.

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