Alla conquista d’El Capitan, Eleonora Delnevo

Abilità diverse

La storia di Eleonora Delnevo, nata vicino Bergamo 39 anni fa e la sua passione per la montagna, apre questa nuova sezione del mio Blog.

Ho svolto alcune ricerche e fin dagli albori, la giovane Eleonora per gli amici Loli, ha sempre avuto una particolare passione per la natura e per la montagna. Ha praticato per molti anni alpinismo e arrampicata; non si è focalizzata solo su una specialità bensì è diventata esperta di: arrampicata su roccia classica, alpinismo in quota e arrampicata su ghiaccio.

La sua vita era divisa tra passioni e adrenalina, ma il 19 maggio 2015 qualcosa cambiò.

Cosa successe quel fatidico giorno?

L’atleta era nel suo ambiente preferito, si trattava su una parete interessante composta da un mix di roccia e ghiaccio con altri suoi colleghi, tutto stava andando per il verso giusto. Improvvisamente qualcosa cambiò, un pezzo della parete si sgretolò. Tutti vennero soccorsi tempestivamente ma, chi più chi meno, riportarono danni significativi. Eleonora fin da subito ebbe le gambe paralizzate e il 23 marzo 2015 le fu diagnosticata una lesione completa di schiena e midollo con paralisi alle gambe e disabilità del 100%.

Questa diagnosi avrebbe portato chiunque all’autodistruzione ma, per questa fantastica atleta, non è stato così. Nonostante tutto ha tenuto duro; pur sapendo che non sarebbe mai tornata a camminare ha seguito la riabilitazione e ha svolto tutti gli accertamenti del caso. I suoi amici l’hanno subito spronata a tornare alla sua vita passata e alle sue passioni.

L’atteggiamento dei suoi amici e di conseguenza il suo sono stati per Eleonora una vera e propria salvezza, non si è mai arresa e nel 2018 ha realizzato insieme al suo gruppo, composto da Antonio PozziDiego Pezzoli Mauro Gibellini, qualcosa di grandioso.

Un anno dopo l’incidente, insieme a Diego Pezzoli, è riuscita a tornare per la prima volta al cospetto di una famosissima parete, El Capitan al Yosemite Park in California, un monolite con una parete verticale di 1000 metri nel suo punto più alto; la stessa che le aveva strappato le gambe un anno prima. Per compiere questa impresa è stata realizzata attrezzatura specifica, con materiali innovativi e leggeri prendendo spunto anche da altre discipline sportive, per favorire lo scarico del peso delle gambe.

Quella del 2016 fu una prova generale, permise di studiare nel dettaglio le mosse necessarie da compiere in un secondo momento. La vera e propria sfida fu portata a termine nel 2018 anche grazie a Mauro Gibellini. L’impresa di questo team fu titanica, 4 giorni e 3 notti passate in parete, dal 28 settembre al 2 ottobre. Tutti completarono la prova sfiniti ma contenti, perché insieme erano riusciti a coronare un sogno, superare i propri limiti.

La storia di Eleonora mi fa pensare, tutto può succedere da un momento all’altro e la vita può cambiare drasticamente. Quel che conta davvero è: il tuo spirito, la tenacia, i tuoi sogni, tuoi obbiettivi, la passione e l’amore dei propri cari. Sono tutti fattori insiti in noi che ci permettono di scalare montagne senza gambe, nuotare senza braccia e centrare il bersaglio al primo colpo pur essendo ipovedenti.

Grazie Eleonora per la tua lezione di vita.

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