TENNIS IN CARROZZINA

Diversamente sportivi

I primi a parlare di tennis in carrozzina, nel 1976, furono Brad Parks, uno sciatore freestyle diventato paraplegico dopo un incidente sugli sci e Jeff Minnebraker suo supporto nella riabilitazione. Ben presto i due sportivi si resero conto delle potenzialità di questo “sport adattato”, apportando semplici accorgimenti come l’utilizzo di carrozzine regolamentari e una modifica del regolamento ovvero: “nel caso in cui alla recezione del colpo ci fosse stato un atleta in carrozzina, invece di un tocco sul terreno, potevano essere concessi due tocchi in modo da facilitare la risposta”; infatti: i campi, le palline e le racchette sono le medesime dei normodotati. Importante sarà la scelta della carrozzina perché, queste partite, possono durare diverse ore; quindi, dovranno essere le più comode e performanti possibili a supporto dell’atleta. La carrozzina viene considerata estensione del corpo, pertanto se la pallina colpisce una qualunque parte del corpo che non sia la racchetta, lo sportivo perde punto. Invece, quando un atleta utilizza volontariamente piedi o gambe come freni oppure si alza colpendo la palla viene penalizzato con un fallo.

Le carrozzine più moderne sono realizzate con materiali leggeri, come la fibra di carbonio. Occorreranno poi requisiti specifici come: buona stabilità sul terreno legata alla scampanatura delle ruote, ottima mobilità delle ruote e un giusto angolo di inclinazione tra sedile e schienale per ottenere una spinta ottimale. Queste carrozzine saranno molto simile alle quelle utilizzate nel basket in carrozzina.

Di seguito si riportano alcune date fondamentali nella storia del tennis in carrozzina.

  1. 1980: fondazione della NFWT (National Foundation Wheelchair Tennis) federazione che iniziò ad occuparsi per la prima volta esclusivamente del tennis in carrozzina.
  2. 1981: fondazione della WTPA (Wheelchair Tennis Players Associations) legato al numero crescente dei praticanti ai tornei, aveva l’obiettivo di creare un circuito di tornei e di promuovere questa disciplina in tutto il mondo.
  3. 1988: il tennis in carrozzina entra a far parte della ITF (International Tennis Federation) nella sezione “Wheelchair” (IWTF).
  4. 1991: fondazione del NEC Tennis Wheelchair Circuit, un sistema di classificazione corrispondente che riconosceva sia i giocatori che i tornei della Federazione Internazionale di Tennis.
  5. 1992: il tennis in carrozzina diventa uno degli sport presenti nei Giochi Paralimpici a Barcellona
  6. 2007: si iniziano ad organizzare i primi tornei del Grand Slam(ovvero i 4 tornei di tennis più importanti nel mondo, erba di Wimbledon, terra in Francia, cemento di Australia e USA) in carrozzina.

I tornei sono classificati in base a dei criteri oggettivi dall’ITF e si suddividono in sei categorie: Grande Slam, Super Series, ITF1, ITF2, ITF3 e Futures. Inoltre, viene organizzato al termine di ogni stagione il NEC Wheelchair Tennis Masters nel quale si sfidano i migliori otto giocatori in singolare e le otto migliori coppie in doppio della classifica mondiale per ogni categoria.

In Italia il tennis in carrozzina nacque nel 1987 grazie ad un gruppo di ragazzi paraplegici toscani e Giovanni Cantaffa. Nel 2006, a Brasilia, nella categoria Quad, l’Italia si è guadagnata il titolo di vicecampione del mondo. Attualmente l’Italia è la nazione europea che organizza il maggior numero di tornei internazionali.
L’ente organizzativo per il tennis in carrozzina è la ITF International Wheelchair Tennis Federation ed il regolamento è a cura del CIP Comitato Italiano Paralimpico.

Nelle competizioni ufficiali vi sono 3 categorie: la sezione Open (maschile, femminile) e Quad, ognuna delle quali può essere giocata sia in singolo che in doppio. Nelle competizioni amatoriali possono gareggiare insieme o contro atleti disabili e atleti normodotati (il quale seguirà le proprie regole).

 

Alla sezione OPEN appartengono sportivi con:

 

  • Deficit neurologico in prossimità del livello S1 o superiore, associata a perdita di capacità motoria;
  • Grave artrosi o anchilosi e/o sostituzione con protesi alle anche, dei ginocchi o delle caviglie
  • Amputazione di qualsiasi parte delle estremità inferiori
  • Disabilità motoria in una o entrambe le estremità inferiori

 

Alla sezione QUAD appartengono sportivi con:

 

  • Un deficit neurologico in prossimità del livello c8 o superiore
  • Amputazione di un’estremità superiore
  • Focomelia
  • Distrofia muscolare o miopatia

 

Questo sport conferisce agli atleti capacità motorie e relazionali che puntano ad un tenore di vita migliore. Oltre ai benefici fisici di: coordinazione dei movimenti, velocita, orientamento e percezione visiva un punto importante è quello dell’inclusione. Nel tennis in carrozzina, l’atleta, non si sente una persona con disabilità ma un vero e proprio professionista che può raggiungere risultati notevoli; è uno sport che ti stimola a confrontarti con gli altri e andare oltre i propri limiti, aumentando di riflesso la fiducia nell’atleta che lo pratica.

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